L'ansia da Separazione
Il bambino con ansia da separazione tende a produrre pensieri esagerati, talvolta irrazionali, in particolari situazioni temute. Frequentemente riguardano possibilità che ai genitori succedano eventi terribili o che in qualche modo questi scompaiano e non tornino più. Si associano spesso ansie anticipatorie o pensieri riguardanti le possibili disavventure cui potrebbe andare incontro il genitore dopo la separazione col bambino. Altri pensieri che possono collegarsi sono relativi alle situazioni problematiche che il bambino potrebbe dover affrontare a scuola o in altro contesto in cui viene lasciato. Probabili interrogazioni che possono finire male, malesseri personali che potrebbero verificarsi, con conseguenze immaginate come esageratamente catastrofiche.
Tali pensieri portano spesso ad un rifiuto scolare e sono collegati ad ideazioni più specifiche. Possono infatti portare a vedere la permanenza a scuola come evento insopportabile, o la situazione scolastica come troppo complessa (per via di sentimenti di inadeguatezza personali) e troppo ricca di momenti di giudizio difficili da affrontare.
L'analisi funzionale per l'ansia da separazione
Un primo homework per il problema dell'ansia da separazione che si prescrive in psicoterapia è quello dell'analisi funzionale.
Si invitano cioè ai genitori ad osservare, per un tempo concordato, il comportamento del bambino nei vari contesti di vita (casa, scuola, con amici), cercando di mettere in relazione questo comportamento con gli antecedenti (stimoli interni o esterni che lo hanno provocato) e le conseguenze (le reazioni degli altri significativi che possono essere da rinforzo e mantenimento del comportamento), con particolare attenzione ai parametri di frequenza, intensità e durata della crisi. Bisogna quindi riportare tutte queste osservazioni in un diario, che contenga, oltre a data e ora della crisi, le informazioni comportamentali che il bambino presenta nelle situazioni specifiche, associate a manifestazioni fisiche (mal di pancia, nausea, vomito) e alle reazioni emotive (pianto, agitazione, ansia), non tralasciando le specifiche situazioni attivanti.
In un tempo successivo si chiede ai genitori di osservare le proprie reazioni emotivo-comportamentali in risposta alle manifestazioni d'ansia del bambino e di individuare le credenze e i pensieri da loro presentati in concomitanza ai comportamenti problematici del piccolo.
Ad un'analisi di questa seconda fase, segue una terza che riguarda l'eventuale presenza di comportamenti ansiosi e inadeguati degli adulti. Dunque un compito successivo sarà quello di cominciare a lavorare su queste reazioni problematiche al fine di cambiarle per fornire al bambino un modello di separazione più adeguato. Questo, unito ad un lavoro personale su credenze disfunzionali e ansiose dei genitori costituirà un primo importante passo verso la vera soluzione del problema, fornendo al piccolo modalità che aiutino una separazione sicura.
Baldini (2004)
Il bambino con ansia da separazione tende a produrre pensieri esagerati, talvolta irrazionali, in particolari situazioni temute. Frequentemente riguardano possibilità che ai genitori succedano eventi terribili o che in qualche modo questi scompaiano e non tornino più. Si associano spesso ansie anticipatorie o pensieri riguardanti le possibili disavventure cui potrebbe andare incontro il genitore dopo la separazione col bambino. Altri pensieri che possono collegarsi sono relativi alle situazioni problematiche che il bambino potrebbe dover affrontare a scuola o in altro contesto in cui viene lasciato. Probabili interrogazioni che possono finire male, malesseri personali che potrebbero verificarsi, con conseguenze immaginate come esageratamente catastrofiche.
Tali pensieri portano spesso ad un rifiuto scolare e sono collegati ad ideazioni più specifiche. Possono infatti portare a vedere la permanenza a scuola come evento insopportabile, o la situazione scolastica come troppo complessa (per via di sentimenti di inadeguatezza personali) e troppo ricca di momenti di giudizio difficili da affrontare.
L'analisi funzionale per l'ansia da separazione
Un primo homework per il problema dell'ansia da separazione che si prescrive in psicoterapia è quello dell'analisi funzionale.
Si invitano cioè ai genitori ad osservare, per un tempo concordato, il comportamento del bambino nei vari contesti di vita (casa, scuola, con amici), cercando di mettere in relazione questo comportamento con gli antecedenti (stimoli interni o esterni che lo hanno provocato) e le conseguenze (le reazioni degli altri significativi che possono essere da rinforzo e mantenimento del comportamento), con particolare attenzione ai parametri di frequenza, intensità e durata della crisi. Bisogna quindi riportare tutte queste osservazioni in un diario, che contenga, oltre a data e ora della crisi, le informazioni comportamentali che il bambino presenta nelle situazioni specifiche, associate a manifestazioni fisiche (mal di pancia, nausea, vomito) e alle reazioni emotive (pianto, agitazione, ansia), non tralasciando le specifiche situazioni attivanti.
In un tempo successivo si chiede ai genitori di osservare le proprie reazioni emotivo-comportamentali in risposta alle manifestazioni d'ansia del bambino e di individuare le credenze e i pensieri da loro presentati in concomitanza ai comportamenti problematici del piccolo.
Ad un'analisi di questa seconda fase, segue una terza che riguarda l'eventuale presenza di comportamenti ansiosi e inadeguati degli adulti. Dunque un compito successivo sarà quello di cominciare a lavorare su queste reazioni problematiche al fine di cambiarle per fornire al bambino un modello di separazione più adeguato. Questo, unito ad un lavoro personale su credenze disfunzionali e ansiose dei genitori costituirà un primo importante passo verso la vera soluzione del problema, fornendo al piccolo modalità che aiutino una separazione sicura.
Baldini (2004)