Il Disturbo di Panico
Il disturbo di panico è una condizione comune e spesso debilitante, che di solito ha esordio nell’adolescenza o nella prima età adulta. Questo disturbo tende a fluttuare in intensità, soprattutto in risposta ad eventi stressanti, fino a cronicizzarsi in mancanza di interventi efficaci. Secondo quanto affermato di recente nelle linee guida, l’American Psychiatric Association è giunta alla conclusione che la terapia cognitiva comportamentale presenta una forte efficacia nel trattamento del disturbo di panico.
Costi economici e fisici
I pazienti con disturbo di panico – soprattutto ai primi stadi del disturbo – hanno la tendenza a rivolgersi al loro medico di base o al pronto soccorso, poiché temono di essere in pericolo di morte o di “impazzire”. È naturalmente buona pratica clinica escludere una condizione organica seria, ma spesso il disturbo di panico può essere confuso con altri disturbi e, in questi contesti, i pazienti potrebbero essere sottoposti a una lunga e costosa serie di esami prima che venga diagnosticato finalmente il disturbo di panico. Dunque, laddove si abbiano sintomi che nelle loro caratteristiche, oltre che a patologie organiche, possano far pensare ad un disturbo di panico, sarebbe sempre bene chiedere anche una consulenza psicologica. Questo potrebbe limitare sia costi economici che fisici, poiché come sopra descritto, il prolungarsi della patologia non trattata potrebbe portare alla cronicizzazione del disturbo, con conseguenti maggiori difficoltà di remissione. Tra i costi fisici del perdurare nello stato di malattia troviamo aumenti di colesterolo e di sensibilità a patologie cardiovascolari, rispetto alla popolazione normale. La causa di tale associazione non è stata ancora dimostrata, ma potrebbe essere potenzialmente riferita allo stile di vita che l’individuo affetto dalla patologia cronica viene ad assumere (sedentarietà, consumo di alcool e sigarette, ecc.).
Sintomi e cronicizzazione
Tra i sintomi più comuni, palpitazioni, tremori, sensazioni di sbandamento, paura di perdere il controllo. Essi sono esacerbati da pensieri catastrofici, automatici e incontrollati, che riempiono la mente della persona durante l’attacco. Tali pensieri possono successivamente portare ad adottare condotte di evitamento, che unite a tentativi maladattivi dell’individuo di abbassare l’ansia, portano ad una sempre maggiore compromissione della vita quotidiana. Ne deriva dunque un malessere non più legato soltanto alla sintomatologia, ma a tutta una serie di cambiamenti nello stile di vita, che la persona comincia ad adottare per evitare che sovvengano nuovi attacchi di panico.
Il disturbo infatti è associato ad alti livelli di disabilità sociale, lavorativa e fisica. Gli individui affetti da tale patologia possono assentarsi frequentemente dal posto di lavoro o da scuola a causa di visite mediche o per recarsi al pronto soccorso, cosa che può portare alla disoccupazione o all’abbandono scolastico (APA, 2014).
Sarebbe dunque consigliabile chiedere un consulto psicologico sin dal primo attacco, così da evitare l’instaurarsi di problematiche secondarie al disturbo primario.
Fonti consultare:
APA “DSM5 – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione” Raffaello Cortina Editore 2014
Il disturbo di panico è una condizione comune e spesso debilitante, che di solito ha esordio nell’adolescenza o nella prima età adulta. Questo disturbo tende a fluttuare in intensità, soprattutto in risposta ad eventi stressanti, fino a cronicizzarsi in mancanza di interventi efficaci. Secondo quanto affermato di recente nelle linee guida, l’American Psychiatric Association è giunta alla conclusione che la terapia cognitiva comportamentale presenta una forte efficacia nel trattamento del disturbo di panico.
Costi economici e fisici
I pazienti con disturbo di panico – soprattutto ai primi stadi del disturbo – hanno la tendenza a rivolgersi al loro medico di base o al pronto soccorso, poiché temono di essere in pericolo di morte o di “impazzire”. È naturalmente buona pratica clinica escludere una condizione organica seria, ma spesso il disturbo di panico può essere confuso con altri disturbi e, in questi contesti, i pazienti potrebbero essere sottoposti a una lunga e costosa serie di esami prima che venga diagnosticato finalmente il disturbo di panico. Dunque, laddove si abbiano sintomi che nelle loro caratteristiche, oltre che a patologie organiche, possano far pensare ad un disturbo di panico, sarebbe sempre bene chiedere anche una consulenza psicologica. Questo potrebbe limitare sia costi economici che fisici, poiché come sopra descritto, il prolungarsi della patologia non trattata potrebbe portare alla cronicizzazione del disturbo, con conseguenti maggiori difficoltà di remissione. Tra i costi fisici del perdurare nello stato di malattia troviamo aumenti di colesterolo e di sensibilità a patologie cardiovascolari, rispetto alla popolazione normale. La causa di tale associazione non è stata ancora dimostrata, ma potrebbe essere potenzialmente riferita allo stile di vita che l’individuo affetto dalla patologia cronica viene ad assumere (sedentarietà, consumo di alcool e sigarette, ecc.).
Sintomi e cronicizzazione
Tra i sintomi più comuni, palpitazioni, tremori, sensazioni di sbandamento, paura di perdere il controllo. Essi sono esacerbati da pensieri catastrofici, automatici e incontrollati, che riempiono la mente della persona durante l’attacco. Tali pensieri possono successivamente portare ad adottare condotte di evitamento, che unite a tentativi maladattivi dell’individuo di abbassare l’ansia, portano ad una sempre maggiore compromissione della vita quotidiana. Ne deriva dunque un malessere non più legato soltanto alla sintomatologia, ma a tutta una serie di cambiamenti nello stile di vita, che la persona comincia ad adottare per evitare che sovvengano nuovi attacchi di panico.
Il disturbo infatti è associato ad alti livelli di disabilità sociale, lavorativa e fisica. Gli individui affetti da tale patologia possono assentarsi frequentemente dal posto di lavoro o da scuola a causa di visite mediche o per recarsi al pronto soccorso, cosa che può portare alla disoccupazione o all’abbandono scolastico (APA, 2014).
Sarebbe dunque consigliabile chiedere un consulto psicologico sin dal primo attacco, così da evitare l’instaurarsi di problematiche secondarie al disturbo primario.
Fonti consultare:
APA “DSM5 – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione” Raffaello Cortina Editore 2014
Sono specializzato in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, un tipo di approccio molto risolutivo, rispetto al disturbo di panico. Dunque, in relazione a questa e ad altre problematiche o informazioni più specifiche, potete contattarmi al numero 3298479391. Ricevo su appuntamento, a Caserta, Napoli e Casalnuovo di Napoli. Se il telefono dovesse risultare irraggiungibile riprovate in altra fascia oraria. .
- le informazioni verranno trattate nel rispetto delle norma di privacy e riservatezza
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