Obesità
L’obesità non è una malattia psichiatrica. L’ultima edizione del manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM V, APA, 2014) non include l’obesità tra i disturbi psichiatrici specifici e lo sviluppo di questa condizione non è legato necessariamente alla presenza di problematiche psicologiche. Tuttavia essa può essere spesso legata ad altre problematiche, quali condotte sporadiche di binge-eating (abbuffate) o di alimentazione notturna, fino ad arrivare a veri e propri disturbi dall’alimentazione clinicamente diagnosticabili. Ma, anche in assenza di tali elementi, è senza dubbio evidente che un livello di obesità grave, tale da compromettere l’ambito sociale e/o lavorativo, possa essere comunque legato ad un disagio psicologico, se non antecedente, quantomeno conseguente alla condizione fisica di cui sopra. Molto spesso poi un grave obeso è reduce da svariati tentativi dietoterapeutici, che dapprima hanno dato qualche risultato ma alla fine non hanno cambiato, anzi a volte hanno peggiorato, la situazione.
Il fenomeno del recupero del peso corporeo è molto studiato in ambito cognitivo-comportamentale ed esistono attualmente validi protocolli psicoterapeutici che riducono al minimo la probabilità che esso si presenti. Il meccanismo che porta alla ricaduta è infatti essenzialmente psicologico. La mancanza di abilità nel fronteggiare situazioni a rischio, l’utilizzo del cibo come mezzo per fronteggiare frustrazioni, sono elementi che possono ridurre a zero la probabilità di riuscire a perdere e mantenere il peso corporeo. Sarebbe certamente molto utile dunque abbinare ad una dieta, fin dall’inizio, una consulenza psicologica specializzata. Inoltre prendere in considerazione l’unione in sinergia di due forze, psicologo-dietologo (o affini) potrebbe essere una mossa vincente, a garanzia di una sempre maggiore possibilità di riuscita.
Fonti consultare:
APA “DSM5 – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione” Raffaello Cortina Editore 2014
L’obesità non è una malattia psichiatrica. L’ultima edizione del manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM V, APA, 2014) non include l’obesità tra i disturbi psichiatrici specifici e lo sviluppo di questa condizione non è legato necessariamente alla presenza di problematiche psicologiche. Tuttavia essa può essere spesso legata ad altre problematiche, quali condotte sporadiche di binge-eating (abbuffate) o di alimentazione notturna, fino ad arrivare a veri e propri disturbi dall’alimentazione clinicamente diagnosticabili. Ma, anche in assenza di tali elementi, è senza dubbio evidente che un livello di obesità grave, tale da compromettere l’ambito sociale e/o lavorativo, possa essere comunque legato ad un disagio psicologico, se non antecedente, quantomeno conseguente alla condizione fisica di cui sopra. Molto spesso poi un grave obeso è reduce da svariati tentativi dietoterapeutici, che dapprima hanno dato qualche risultato ma alla fine non hanno cambiato, anzi a volte hanno peggiorato, la situazione.
Il fenomeno del recupero del peso corporeo è molto studiato in ambito cognitivo-comportamentale ed esistono attualmente validi protocolli psicoterapeutici che riducono al minimo la probabilità che esso si presenti. Il meccanismo che porta alla ricaduta è infatti essenzialmente psicologico. La mancanza di abilità nel fronteggiare situazioni a rischio, l’utilizzo del cibo come mezzo per fronteggiare frustrazioni, sono elementi che possono ridurre a zero la probabilità di riuscire a perdere e mantenere il peso corporeo. Sarebbe certamente molto utile dunque abbinare ad una dieta, fin dall’inizio, una consulenza psicologica specializzata. Inoltre prendere in considerazione l’unione in sinergia di due forze, psicologo-dietologo (o affini) potrebbe essere una mossa vincente, a garanzia di una sempre maggiore possibilità di riuscita.
Fonti consultare:
APA “DSM5 – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione” Raffaello Cortina Editore 2014
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- le informazioni verranno trattate nel rispetto delle norma di privacy e riservatezza
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