Borderline e altri Disturbi di personalità
Disturbi di personalità (Definizione DSMV, APA 2014)
Il disturbo di personalità è caratterizzato da un pattern abituale di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della coltura dell’individui. Questo pattern si manifesta in due o più delle seguenti aree:
- Cognitiva (cioè modi di percepire e interpretare se stessi, gli altri e gli avvenimenti)
- Affettiva (cioè varietà, intensità, labilità e inadeguatezza della risposta emotiva)
- Funzionamento interpersonale
- Controllo degli impulsi
Il pattern è inflessibile e pervasivo in un’ampia varietà di situazioni personali e sociali, determina disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti
Tipi:
Disturbo paranoide di personalità: caratterizzato da sfiducia e sospettosità, per cui le motivazioni degli altri vengono interpretate come malevole
Disturbo schizoide di personalità: caratterizzato da distacco dalle relazioni sociali e da una gamma ristretta di espressività emotiva
Disturbo schizotipico di personalità: caratterizzato da disagio acuto nelle relazioni affettive, distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità nel comportamento
Disturbo antisociale di personalità: caratterizzato da una inosservanza e violazione dei diritti degli altri
Disturbo istrionico di personalità: caratterizzato da emotività eccessiva e da ricerca di attenzione
Disturbo narcisistico di personalità: caratterizzato da grandiosità, bisogno di ammirazione e mancanza di empatia
Disturbo evitante di personalità: caratterizzato da inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità ai giudizi degli negativi
Disturbo borderline di personalità: caratterizzato da una instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di se e degli affetti, e da marcata impulsività.
I disturbi di personalità sono tutti molto invalidanti, ma certamente uno tra tutti si mostra in modo più evidente per la sua marcata impulsività e disregolazione emotiva. La persona che soffre di tale disturbo, non riuscendo a convivere serenamente con i forti sbalzi emotivi e con i sentimenti di vuoto che lo caratterizzano, rifugia spesso in comportamenti autolesivi altamente a rischio, quali il consumo di droga o alcool, la promiscuità sessuale, l’autolesionismo, fino ad arrivare talvolta a perdersi in una vita sregolata e compromettere il proprio futuro. Tali comportamenti sono in realtà un’auto-cura disperata del disturbo; vengono messi in atto infatti dall’individuo per controbattere a suo modo i sintomi. Purtroppo però queste condotte non fanno che peggiorare il problema, compromettendo la vita sociale del soggetto e invalidando le sue relazioni. Altra area fortemente influenzata infatti è proprio quella affettiva relazionale, dove il disturbo manifesta in maniera più evidente la sua componente invalidante, in quanto il soggetto borderline non riesce a viverla in maniera serena. All’origine del problema ci sono infatti traumi ripetuti che spesso riguardano figure di attaccamento, che non sono per forza abusi fisici ma possono essere anche semplici neglect affettivi. Dunque il soggetto borderline quando entra in relazione risente di questa componente traumatica e allora da una parte si sente spinto come tutti noi alla relazione ma dall’altra essa diviene fonte di profonda angoscia e sofferenza. Il partner passa dunque velocemente dall’immagine idilliaca di felicità, durante il primo innamoramento, ad una condizione di odio e avversità, appena si cominciano a percepire quelle condizioni di attaccamento che richiamano la componente traumatica. Conseguenza la rottura continua delle relazioni e il passaggio ripetuto da un partner all’altro nella ricerca infinita di una stabilità desiderata ed evitata allo stesso tempo.
Marsha Linehan, professoressa di psicologia e psichiatria, specializzata nel trattamento dei pazienti con disturbo borderline di personalità. Ella stessa in passato affetta dalla patologia, ha sviluppato il trattamento ad oggi più valido per la cura di questi disturbi; appunto la DBT (Dialectical Behavior Therapy).
Disturbi di personalità (Definizione DSMV, APA 2014)
Il disturbo di personalità è caratterizzato da un pattern abituale di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della coltura dell’individui. Questo pattern si manifesta in due o più delle seguenti aree:
- Cognitiva (cioè modi di percepire e interpretare se stessi, gli altri e gli avvenimenti)
- Affettiva (cioè varietà, intensità, labilità e inadeguatezza della risposta emotiva)
- Funzionamento interpersonale
- Controllo degli impulsi
Il pattern è inflessibile e pervasivo in un’ampia varietà di situazioni personali e sociali, determina disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti
Tipi:
Disturbo paranoide di personalità: caratterizzato da sfiducia e sospettosità, per cui le motivazioni degli altri vengono interpretate come malevole
Disturbo schizoide di personalità: caratterizzato da distacco dalle relazioni sociali e da una gamma ristretta di espressività emotiva
Disturbo schizotipico di personalità: caratterizzato da disagio acuto nelle relazioni affettive, distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità nel comportamento
Disturbo antisociale di personalità: caratterizzato da una inosservanza e violazione dei diritti degli altri
Disturbo istrionico di personalità: caratterizzato da emotività eccessiva e da ricerca di attenzione
Disturbo narcisistico di personalità: caratterizzato da grandiosità, bisogno di ammirazione e mancanza di empatia
Disturbo evitante di personalità: caratterizzato da inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità ai giudizi degli negativi
Disturbo borderline di personalità: caratterizzato da una instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di se e degli affetti, e da marcata impulsività.
I disturbi di personalità sono tutti molto invalidanti, ma certamente uno tra tutti si mostra in modo più evidente per la sua marcata impulsività e disregolazione emotiva. La persona che soffre di tale disturbo, non riuscendo a convivere serenamente con i forti sbalzi emotivi e con i sentimenti di vuoto che lo caratterizzano, rifugia spesso in comportamenti autolesivi altamente a rischio, quali il consumo di droga o alcool, la promiscuità sessuale, l’autolesionismo, fino ad arrivare talvolta a perdersi in una vita sregolata e compromettere il proprio futuro. Tali comportamenti sono in realtà un’auto-cura disperata del disturbo; vengono messi in atto infatti dall’individuo per controbattere a suo modo i sintomi. Purtroppo però queste condotte non fanno che peggiorare il problema, compromettendo la vita sociale del soggetto e invalidando le sue relazioni. Altra area fortemente influenzata infatti è proprio quella affettiva relazionale, dove il disturbo manifesta in maniera più evidente la sua componente invalidante, in quanto il soggetto borderline non riesce a viverla in maniera serena. All’origine del problema ci sono infatti traumi ripetuti che spesso riguardano figure di attaccamento, che non sono per forza abusi fisici ma possono essere anche semplici neglect affettivi. Dunque il soggetto borderline quando entra in relazione risente di questa componente traumatica e allora da una parte si sente spinto come tutti noi alla relazione ma dall’altra essa diviene fonte di profonda angoscia e sofferenza. Il partner passa dunque velocemente dall’immagine idilliaca di felicità, durante il primo innamoramento, ad una condizione di odio e avversità, appena si cominciano a percepire quelle condizioni di attaccamento che richiamano la componente traumatica. Conseguenza la rottura continua delle relazioni e il passaggio ripetuto da un partner all’altro nella ricerca infinita di una stabilità desiderata ed evitata allo stesso tempo.
Marsha Linehan, professoressa di psicologia e psichiatria, specializzata nel trattamento dei pazienti con disturbo borderline di personalità. Ella stessa in passato affetta dalla patologia, ha sviluppato il trattamento ad oggi più valido per la cura di questi disturbi; appunto la DBT (Dialectical Behavior Therapy).
“La mia esperienza può essere descritta più chiaramente attraverso l'uso di un'immagine. È come se io e il paziente ci trovassimo alle due estremità di un’altalena a saliscendi, collegati attraverso il suo asse. Le terapia è rappresentata dal nostro reciproco movimento in su e in giù, mentre ciascuno di noi si sposta in avanti e indietro lungo l’asse, nel tentativo di bilanciare l’altalena, in modo da raggiungere uno stato di equilibrio che ci consenta, per così dire, di incontrarci a metà dell’asta e di accedere a un livello più elevato.”
[Marsha M.Linehan]
testi consultati:
APA, “DSM5 – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione” Raffaello Cortina Editore 2014
Linehan M., "DBT Skills Training", Raffaello Cortina Editore 2015
APA, “DSM5 – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione” Raffaello Cortina Editore 2014
Linehan M., "DBT Skills Training", Raffaello Cortina Editore 2015
Durante la mia specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale ho seguito un percorso di eccellenza per la DBT su pazienti borderline e con altri disturbi di personalità. Dunque in relazione a questa e ad altre problematiche o informazioni più specifiche, potete contattarmi al numero 3298479391. Ricevo su appuntamento, a Caserta, Napoli e Casalnuovo di Napoli. Se il telefono dovesse risultare irraggiungibile riprovate in altra fascia oraria.
- le informazioni verranno trattate nel rispetto delle norma di privacy e riservatezza
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